Good - Piero Golia c'era... 2012 © - Gianluca Salvati
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lunedì 21 ottobre 2013

Comunione e Liberazione: la compagnia degli "affari loro" a Milano e dintorni - Curzio Maltese | Enrico Cajati, "Natura morta"

[...] La destra blatera di tolleranza zero, ma non si accorge di governare da due decenni la capitale europea della cocaina. Come l'ha definita uno scienziato serio, Silvio Garattini, analisi di laboratorio alla mano: sei milioni di dosi spacciate ogni anno, oltre qindicimila al giorno. Non solo nelle discoteche, ma anche nei ristoranti, negli uffici, per strada.
La Lega è così radicata nel territorio, da armare ronde contro i poveracci, senza accorgersi che chi comanda l'esercito di spacciatori, affitta ai clandestini, traffica in armi e appalti sono i capi della 'ndrangheta. Il severo cattolicesimo ambrosiano, che non manca una messa la domenica, e neppure un affare dal lunedì in poi, finge di non sapere da dove arrivano i capitali per finanziare le imprese, la colata di cemento, la corsa all'oro nella quale sguazzano fra gli altri i compagnucci di Comunione e Liberazione.
Curzio Maltese (LaRepubblica 6/8/2010)

Enrico Cajati, Natura morta, olio su tela

lunedì 11 febbraio 2013

Cantanti neomelodici e mafia | Franco de Vita & Minerva Valletta - Anna Grazia Greco - Agustin Codazzi Caracas

Il noto cantante italo venezolano Franco de Vita originario di Pellare in provincia di Salerno è il cugino di Minerva Valletta.  
Franco de Vita & Minerva Valletta
Minerva Valletta è una delle factotum dell'associazione senza scopo di lucro (conto cifrato su banca Svizzera: Credìt Suisse, filiale di Lugano) associazione Agustin Codazzi di Caracas.
Minerva Valletta è la moglie del signor Bagordo, autista dell'Ambasciata italiana a Caracas ed è la cognata della señora Baffone, avvocato e factotum dell'associazione Agustin Codazzi.

Collegio Agustin Codazzi - Caracas: la señora Baffone
Quando sono stato chiamato ad insegnare in nero alla scuola dell'associazione Agustin Codazzi di Caracas dalla dirigente Mae (Ministero Affari Esteri), Anna Grazia Greco, sono capitato nella classe dove c'erano i figli di Minerva Valletta e della señora Baffone. Avendo avuto modo di conoscerle, ho potuto in seguito definirle: “gemelline dell'intrigo”. Gli intrighi a cui faccio riferimento sono quelli concordati con qualcuno all'interno delle istituzioni locali: Consolato Generale d'Italia e Ambasciata d'Italia, in particolare.


Nulla dies sine linea, motto massonico del Collegio Agustin Codazzi di Caracas
Nel 2004, l'anno in cui sono stato chiamato in nero, senza contratto e senza contributi, dalla dott.ssa Anna Grazia Greco del Ministero degli Esteri, il noto cantante italo venezolano Franco de Vita aveva licenziato il disco Stop, con all'interno alcuni singoli di grande successo. Il titolo del Cd fa riferimento alle violenze contro le donne, che anche in Venezuela sono una piaga sociale. Nulla da obiettare sui buoni propositi di questa gente che dimostra una delicata sensibilità nel tempo libero, quando non sono impegnati a fare fuori il loro prossimo...

Come ho scritto, ero stato convocato da una dirigente del Ministero degli Esteri, ma stavo lavorando in nero, evidentemente da quelle parti è previsto da qualche legge non scritta che si possa lavorare senza contratto e senza contributi, dico lavorare perché si lavora per vivere, ma in questo caso è più corretto dire che lavoravo per morire (per quei porci fascisti!)... Infatti, in assenza di documenti ufficiali e senza tutele, e in mancanza di un ricorrente, ritorna fin troppo facile ricamare storie fantasiose e di convenienza sulla vita di qualcuno, tanto per dare un tocco di naturalezza ad eventi di innegabile matrice manipolatoria e dolosa.
Mi permetto quest'inciso solo perché è ciò che mi è capitato a fine dicembre del 2004. Ero già clandestino a tutti gli effetti e mi sono “beccato” un avvelenamento. Caso volle che mi salvassi.

Clandestino e moribondo(dic04), olio su tela - Gianluca Salvati 2005 Caracas- Piero Golia
Nel 2010 il noto cantante italo venezolano Franco de Vita è stato decorato Commendatore della Repubblica italiana durante una cerimonia al centro Italiano Venezolano.

lunedì 16 aprile 2012

Don Luigi Sturzo e la politica italiana | Chiesa & mafia

Non ho molta simpatia per i preti. Sorrido quando sento parlare di preti anarchici. Rabbrividisco quando si parla di preti antimafia. Mafia e Chiesa vanno a braccetto, sono le due facce di una stessa medaglia. 
Non ho mai sentito di una presa di posizione della Chiesa contro i mafiosi, che so una scomunica. Altrettanto dicasi per le varie dittature in cui la Chiesa ha sempre trovato il proprio “spazio”, una su tutte quella argentina della seconda metà degli anni settanta.
Questo è il Paese del Vaticano e i preti ce li propongono in tutte le salse. Non voglio dire che fra di essi non ce ne siano di buoni, ma solo ricordare che l'impunità e l'ipocrisia sono una costante per la Chiesa. Per pochi elementi validi ce n'è un esercito ben asservito e omertoso al giusto grado. 
Inoltre, pur considerando tutto il buono che può esserci in questa istituzione, bisogna ammettere che sovente è il peggio a prevalere: la feccia è più funzionale ai sistemi.
Detto ciò, don Luigi Sturzo risalta dal grigiore della politica italiana del novecento: una figura fuori dall'ordinario. Capace di scelte coraggiose come pochi, dato che a chiacchiere siamo tutti bravi e capaci, ma nei fatti pochi sono all'altezza delle aspettative. 
Don Luigi Sturzo è un vero combattente.

don Luigi Sturzo