Good - Piero Golia c'era... 2012 © - Gianluca Salvati
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giovedì 29 ottobre 2015

Dogmatismo e intolleranza, la scarsa fiducia nel contributo del pensiero (specie quando ci sono privilegi da salvaguardare)

Dogmatismo: (dal greco dogma = decreto, principio comunemente accettato) il termine indica nel linguaggio comune l’asserzione di verità indiscutibili come quelle sostenute dalla Chiesa. Viene usato per designare un atteggiamento mentale rigido, poco sensibile alle argomentazioni altrui ed estremamente sicuro di sé. Tale sicurezza è però solo apparente, giacché serve a nascondere una scarsa fiducia proprio nelle idee che vengono difese con tanto accanimento. Il dogmatismo – che può manifestarsi sia sul piano politico come in relazione ai vari problemi della convivenza umana – porta necessariamente con sé l’intolleranza ed esprime in definitiva uno scarso rispetto per il contributo di pensiero che può venirci dagli altri.
Sul piano pedagogico e nel campo degli studi il dogmatismo è semplicemente deleterio, ed è perciò che ad esso si è sempre opposto strenuamente il liberalismo seguito dai migliori rappresentanti della pedagogia positivistica. “C’è chi crede – scrive A. Gabelli – che la libera osservazione possa generare un’audace licenza di spirito, cui vengono seguaci l’orgoglio, e la ribellione. Più probabile è invece, e la storia lo prova, che questi mali nascano dal dogmatismo. [...] Il dogmatismo esalta ed inebria il pensiero nell’atto medesimo in cui l’opprime, perché non gli consente di provar le sue forze, lo lascia ignaro di queste, ma anche delle sue debolezze, non gli oppone un ritegno, non gli fa sentire un freno nella realtà […] io ho sempre trovato che i malevoli sono quelli che vivono chiusi in un mondo di loro fabbrica, i fantastici, i dogmatici, gli assolutisti del pensiero, gli intolleranti, tutti quelli cui manca l’abitudine della critica e quel sentimento dolcemente malinconico, che nasce dalla meditata esperienza delle cose umane”.
Scrittori e opere, Marchese/Grillini – ed. La Nuova Italia

Religione e dogmatismo


sabato 25 maggio 2013

Chiesa e libertà di insegnamento: elogio dell'ignoranza | Mail art: In che mondo viviamo

Libertà di insegnamento: è uno dei principi fondamentali della concezione liberale della scuola e della cultura accolto nel nostro ordinamento repubblicano. La libertà d'insegnamento fu una conquista dello stato liberale ottocentesco: essa si propone di educare il cittadino al confronto delle opinioni, ad applicare anche nello studio lo spirito critico, ad apprezzare i vantaggi intellettuali del pluralismo ideologico e politico.
L'espressione, nel suo significato letterale, designa la libertà riconosciuta all'insegnante di esprimere le proprie convinzioni scientifiche, ideologiche ed anche politiche, purché non obblighi nessuno a seguirle e si preoccupi anzi di illustrare il ventaglio delle convinzioni diverse esistenti intorno ai medesimi argomenti. La libertà d'insegnamento trova la sua appropriata collocazione nel quadro di un insegnamento non nozionistico bensì problematico, fondato più su attività di effettiva ricerca che sulla prevalenza della facoltà mnemonica.
La posizione dello Stato liberale italiano dell'Ottocento dovette difendersi dagli attacchi della Chiesa cattolica che, dopo aver condannato nel Sillabo degli errori del nostro tempo (1864) tutte le libertà moderne (quelle di culto, di parola, di stampa e di coscienza), attaccò la libertà di insegnamento nell'enciclica De libertate humana (1888) di Leone XIII (il papa che ha fondato la banca vaticana, attuale Ior, ndr).
Scrittori e opere - Dizionario di letteratura, arte, cinema e scienze umane, Marchese/Grillini. La Nuova Italia

In che mondo viviamo, mail art, 2 giugno 2011 - Gianluca Salvati