Good - Piero Golia c'era... 2012 © - Gianluca Salvati
Visualizzazione post con etichetta denuncia. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta denuncia. Mostra tutti i post

domenica 18 novembre 2012

Franco Frattini - Mariastella Gelmini, segnalazione del caso Codazzi, scuola "Agustin Codazzi" di Caracas: associazione senza fini di lucro con conto cifrato su banca svizzera - Credit Suisse, filiale di Lugano

Gianluca Salvati  | via ...... - 22100 Como  |  cell. .........  |  email: ........
Ministero degli Esteri
Palazzo della Farnesina
Roma
e.p.c. Ministero dell'Istruzione


Spett.le ministro, mi chiamo Gianluca Salvati sono un maestro di scuola primaria che ha insegnato all'estero. Ho lavorato dal 2003 al 2004 a Casablanca (Marocco) e dal 2004 al 2006 a Caracas (Venezuela). Essendo stato chiamato da funzionari del suo ministero mi piacerebbe avere chiarimenti in merito ad alcune vicende:

  • Vorrei sapere dove sono i contributi di quei 3 anni di insegnamento, dato che NON HO AUTORIZZATO NESSUNO A DERUBARMI.
  • Come mai il 29/08/2008, all'ambasciata italiana di Caracas, mi è stato riservato un trattamento da PERSONA NON GRADITA? Non ho mai commesso reati e pago regolarmente le tasse!
  • Per quale motivo, nei giorni successivi al 30/08/2008, impiegati della Farnesina contattati dai miei familiari, hanno osato mettere in dubbio il mio equilibrio psichico ?

Distinti saluti
Como, 06/10/2010



domenica 23 settembre 2012

La cricca Codazzi: associazione culturale senza scopo di lucro e il conto cifrato su banca svizzera, Credit Suisse, filiale di Lugano | Il rintorno a scuola

Quando ritornai a scuola nel gennaio 2005, ero bianco come un lenzuolo (parole di chi mi vide), in pratica un fantasma: avevo avuto la maggior parte dei valori ematici vicini allo zero. O giù di lì, comunque sfasati. 
La scuola era un autentico formicaio, con quattro ordini di studio, dalla materna alle superiori: centinaia di persone poterono constatare le mie condizioni di salute durante l'usuale alzabandiera del mattino. Eppure, quando mossi le mie critiche a quei signori, non tirai in ballo l'avvelenamento, pensando che fosse stato un incidente privato ed ignoto agli altri. Ma quel trattamento, tra l'insolente e lo strafottente, da parte della gente per cui lavoravo, non lo riuscivo a digerire in nessun modo. Mentre la commissione si compiaceva di compartire la stessa visione del mondo di quell'onorata associazione del Codazzi: quattro delinquenti patentati. Quei signori si definivano associazione culturale senza fini di lucro, dimenticando l'aspetto più interessante della loro congrega, ovvero il conto cifrato su banca Svizzera, Credit Suisse, (filiale di Lugano). 
A quelli della commissione ministeriale, quei quattro pagliacci in trasferta capitanati dal guitto di regime Paolo scartozzoni, gli dissi un po' di cose. Senza trascendere, dato che sono un signore.
Ma all'inaugurazione del Premio Italia, quella questione era per me bella e sepolta. 
Ero lì come semplice visitatore e la presenza intimidatoria di quel buttafuori era fuori luogo...
Di fatto qualcuno mi stava comunicando di avere la coda di paglia. 

Le soluzioni sbirresche sono spesso dei boomerang, specialmente quando sono così sproporzionate e sfacciatamente immotivate. Tante persone per bene stavano assistendo ad un pessimo spettacolo di abuso di potere, senza un casus che potesse giustificarlo. Anche la politica più bieca e infame deve fare i conti con questa realtà, specialmente quando cerca di darsi una patina di rispettabilità.

Fax-art, marzo 06, Caracas - Gianluca Salvati ©

domenica 19 agosto 2012

La combriccola di imbranati dementi del Codazzi | Cronostoria per immagini: Colegio Agustin Codazzi, Caracas

Escuela "Agustin Codazzi" - Caracas

ACE Escuela "Agustin Codazzi": Giunta Direttiva nel mirino

Settembre 2004

Anna Grazia Greco, la "chiamata diretta"

Convocato dalla dirigente del Ministero degli Affari Esteri, Anna Grazia Greco, per lavorare come insegnante presso la scuola "Agustin Codazzi" di Caracas.
A fine settembre giunge a Caracas.


---------------------------------------------------------------------------------------------

Ottobre 2004


Tessera Sanitas Venezuela


Il primo ed unico contratto (in due anni di lavoro) che firma in quella istituzione è il contratto con un'assicurazione medica, la Sanitas Venezuela.



Scopre che a Caracas vive la famiglia di Franco Chirico, un editore religioso frequentato dai suoi genitori.



Rai International al Codazzi

Quello stesso mese, o il successivo, si presenta, senza preavviso, un cameramen della Rai (International) per fare riprese nella sua classe. Il cameramen viene introdotto da Guido Brigli, responsabile della Giunta Codazzi.





---------------------------------------------------------------------------------------------

Novembre 2004

Comincia ad accusare un diffuso senso di debolezza.

What about the fucking human rights? dic. 2004



---------------------------------------------------------------------------------------------

Dicembre 2004

L'avvelenamento

  Si ritrova clandestino, senza contratto e in fin di vita.
---------------------------------------------------------------------------------------------

Gennaio 2005

La nipote di Franco Chirico


Durante un'uscita, vede per la prima volta la nipote di Franco Chirico.



---------------------------------------------------------------------------------------------

 Febbraio 2005

Daniele Marconcini e la cedula

cedula de identitad
 
Esce dalla clandestinità con dei documenti falsi, ottenuti grazie a corruzione di Pubblico Ufficiale. Così può assistere, apparentemente "in regola", alla pagliacciata della commissione inter-ministeriale guidata dal guitto di Stato Paolo Scartozzoni, il mese successivo.


Paolo Scartozzoni a Caracas per la farsa della Commissione interministeriale

Nei giorni della cedula, il documento fasullo, è presente a Caracas Daniele Marconcini, per aggiungere la sua voce al trambusto de los escualidos su una presunta "emergenza sanitaria" di dengue in Venezuela...




---------------------------------------------------------------------------------------------

Marzo 2005 

Paolo Scartozzoni, guitto di regime, e la pagliacciata della commissione Mae



Collegio dei Docenti 



---------------------------------------------------------------------------------------------

Aprile 2005

Premio Italia per la arti

In seguito alle critiche rivolte verso la Commissione interministeriale, viene "messo in quarantena"...


Partecipazione al Premio Italia per la Arti


Partecipa al Premio Italia per le arti indetto dall'Ambasciata d'Italia.


---------------------------------------------------------------------------------------------

Maggio 2005

Lucia Veronesi, la preside ed Enrico De Simone

Premio Italia per le arti

Lucia Veronesi, una persona onesta


Assiste alla serata del Premio Italia per le arti.

Il giorno seguente conosce Piero Armenti.


La preside, Lucia Veronesi, gli conferma la stima, sua e dei genitori degli alunni, per il lavoro svolto alla scuola "Agustin Codazzi" di Caracas. Lo invita a ricandidarsi per insegnare il successivo anno scolastico.


A fine mese conosce il giornalista de La Voce d'Italia, Enrico De Simone.



---------------------------------------------------------------------------------------------

Settembre 2005

Il ritorno a Caracas

Colegio Agustin Codazzi, Caracas: Giunta Direttiva nel mirino

Dirección: Av. Los Pinos, Quinta Eliza, Urbanización La Florida, Caracas, Distrito Capital


Ritorna a Caracas, la situazione è sempre più precaria. 


Lucia Veronesi

--------------------------------------------------------------------------------------------- 

Ottobre 2005

La ragazza di Piero Armenti


Al centro commerciale Sambil  conosce Carlo Fermi e la ragazza di Piero Armenti.


--------------------------------------------------------------------------------------------- 



Marzo 2006

La denuncia ai giornali italiani

FAX-art ©

---------------------------------------------------------------------------------------------

Aprile 2006

Denuncia la scuola "Agustin Codazzi" al tribunale venezuelano.




---------------------------------------------------------------------------------------------


Maggio 2006

Intervista de La Voce d'Italia



L'articolo, 09/05/2006


Un giornalista italiano de La Voce d'Italia, Max Mauro, decide di scrivergli un articolo. In seguito ad un incontro per visionare i quadri, subisce un agguato di stampo fasciomassonico. Presente anche Enrico De Simone.



---------------------------------------------------------------------------------------------

Giugno 2006


Rientra in Italia



---------------------------------------------------------------------------------------------


Agosto 2008

La riscossione

Escuela "Agustin Codazzi", Caracas - cheque per Gianluca Salvati

Ritorna a Caracas a riscuotere. Ma quegli infami della Giunta Direttiva del Codazzi, in combutta con Anna Grazia Greco e altri degni compari e scagnozzi provano a rovinargli la festa.


--------------------------------------------------------------------------------------------- 

argomenti correlati:


lunedì 18 aprile 2011

L'arte della memoria | La causa Aliberti - 1799 | Gennaro Aliberi, Eduardo Giacchetti, Piero Pansini


|| Aspettando l’udienza ||
Nonostante il caldo enorme, molto pubblico si addensa nel vasto salone di Castelcapuano aspettando che giunga l’ora del secondo spettacolo offerto dall’on. Giuoco Piccolo ai cittadini napoletani: uno spettacolo che dopo un anno si rinnova oggi per colpa di quei magistrati dell’8ª sezione del nostro tribunale che l’anno scorso non seppero seguire il nobile esempio di Raffaele de Notaristefani e con un’ambigua sentenza si astennero dall’imprimere sulla fronte del pallido criminale di Massalubrense il marchio della condanna reclamata con voce concorde dalla pubblica opinione e dalle risultanze di quel processo. Per colpa di quei magistrati Gennaro Aliberti, recentemente investito un’altra volta della carica di consigliere provinciale, può aggirarsi spavaldamente per i locali di Castelcapuano, sicuro che i magistrati della corte di appello non smentiranno le tradizioni della giustizia italiana, sanzionando la condanna inflitta all’onesto Giacchetti. Infatti egli va coi suoi fidi Rota e Gattola Mondella, ostentando la certezza del secondo trionfo. Ed anche oggi si fa seguire dai migliori campioni della malavita della sezione Mercato, la quale ha voluto novellamente testimoniare della solidarietà che la lega a don Gennarino e muovere al suo soccorso. A completare il corteo manca per ora soltanto Simeoni, trattenuto altrove forse per celebrare i consueti riti di Sodoma. Quando questi arriva, don Gennarino gli va incontro tendendogli affettuosamente le mani come per abbracciarlo, mentre lo stato maggiore camorristico, chiamato a raccolta per l’occasione solenne, fa ala al loro passaggio, rendendo gli onori (diciamo così tanto per intenderci) ai due non troppo onorevoli personaggi.

|| Nell’aula ||
Alle due e un quarto, cioè dopo una lunga attesa, l’usciere pronuncia con le sacramentali parole l’ingresso della Corte. E subito dopo il presidente dà la parola all’on. Pietro Pansini, il quale, rifacendo brevemente la storia del processo, chiede all’accusa se intende insistere sui motivi presentati all’ ultim’ ora, che escludono la facoltà della prova. Dichiara al rappresentante il P.M. che, se la discussione della prova fosse negata, i difensori saprebbero compiere il proprio dovere. Prosegue, Pietro Pansini, dimostrando la necessità che in questo processo d’interesse pubblico sia fatta ampia luce. Invita la Corte a decidere sulla limitazione della prova dicendo che, nella coscienza popolare è radicato il convincimento della disonestà dell’ Aliberti, per quanto riguarda l’esercizio del lotto clandestino. Questo processo - dice Pietro Pansini - è un capitolo della nuova storia di Napoli, la quale ha bene il diritto di sincerarsi dell’ onestà dei suoi rappresentanti politici.
La casa dell’uomo politico deve essere come di vetro, in modo che tutti possano vedervi dentro liberamente.
Questo impellente dovere non è stato compreso dall’ Aliberti e dai suoi difensori. Entra, quindi, nell’esame dei vari motivi di nullità del precedente giudizio e accenna con frase felicissima ai volgari espedienti della parte civile per impedire la prova. Passando all’esame dei testimoni ricorda che nella lista di essi figurano nomi di uomini superiori ad ogni sospetto come quelli di Domenico Miraglia, di Giusso, di Saredo, di De Martino, ecc., i quali non esitarono a dire il loro pensiero sfavorevole alla figura morale di Aliberti. Accenna ad un ultimo motivo di nullità: quello della malattia del giudice Puca, per cui il processo doveva rinviarsi. Cita in proposito parecchi esempi e, dopo aver discusso la illegalità della querela presentata ad un giudice incompetente, conclude augurandosi che la Corte di Appello accolga l’istanza della difesa.
La fine dell’arringa di Pansini è calorosamente applaudita dal pubblico.

|| L’intermezzo Rota ||
Un intermezzo che comincia con la lirica intonazione infiorata di motti latini che fanno rimanere attonito l’entourage piuttosto analfabeta dell’on. Giuoco Piccolo. Babbuino Rota si asciuga il sudore, beve il primo bicchiere d’acqua e poi comincia promettendo di essere breve. Il pubblico si mostra lieto di questa buona novella, la quale allontana il pericolo di una lunga parentesi di noia in quest’ora così asfissiante. Anche dal banco della stampa partono amorose occhiate di ringraziamento a Babbuino, il quale oggi appare più babbuino del solito, specialmente quando con invidiabile faccia fresca asserisce che non vi fu alcuna limitazione di prova per parte di don Gennarino Aliberti. A questa allegra trovata il pubblico prorompe prima in una sonora risata e poi in proteste, che sarebbero anche più sonore se non l’impedisse la presenza nell’aula di un considerevole numero di poliziotti. Il presidente chiama in soccorso il campanello, ammonisce il pubblico di non turbare la serenità della giustizia, ecc, ecc, e poi prega Babbuino Rota di essere più calmo e di non provocare il pubblico. Babbuino resta interdetto e continua a sballare castronerie d’ogni colore, fino al punto da assicurare , come la cosa più naturale di questo mondo, che a don Gennarino non pareva vero di rendere possibile una severa indagine su tutta la sua vita pubblica. Nuove risate dal pubblico e nuovi richiami del presidente. Dimenticando la promessa di essere breve, fatta in principio, parla lungamente senza concludere nulla e annoiando tutti coloro che hanno la sventura di ascoltarlo. L’eloquenza di Babbuino con questo caldo è addirittura insopportabile. Essa fa sbadigliare perfino l’usciere, il giudice Oberty e Gattola Mondella, i quali, a quanto ci si assicura, sono i soli ammiratori dell’illustre avvocato. Finalmente, come il Signore Iddio vuole, Babbuino Rota finisce ed il pubblico caccia un grande respiro di soddisfazione. Durante la sua arringa il chiaro uomo non ha fatto altro che leggere la memoria stampata di Simeoni. Quest’ultimo aggiunge poche parole a quelle del suo collega della P.C., e poi finisce anche lui chiedendo che la Corte non accolga la richiesta della difesa. A questo punto l’udienza viene sospesa per cinque minuti.

|| Il seguito dell’udienza ||
Riapertasi l’udienza il P.M. comincia la sua arringa con la quale respinge tutti i motivi di nullità presentati dalla difesa. Da questo magistrato che ha voluto così palesemente rendersi solidale coi nominati Rota e Simeoni noi non ci aspettavamo una serena parola di giustizia. Ed i fatti ci hanno dato ragione. Aspettiamo ora la decisione che venerdì prossimo dovranno pronunziare i consiglieri di appello, augurandoci che essa non violi gl’interessi supremi della giustizia e della moralità.