Piero Armenti aveva conosciuto un' amica italiana di M che aveva lavorato tempo addietro per il consolato e poi era rientrata in Italia. Fu questa amica a spingere M a fare domanda, tramite il consolato, alla scuola "Agustin Codazzi" di Caracas... Insomma, mi trovavo nel paese delle coincidenze misteriose: cominciavo a capire perché il realismo magico andasse per la maggiore in america latina.
Piero Armenti mi spiegò cos'era successo la sera prima col bestione. Eravamo in un locale, il Vics, che si trovava poco più in alto di Plaza Altamira, dove risiedeva (e risiede tutt'oggi, essendo agli arresti domiciliari in attesa di estradizione) Aldo Miccichè, faccendiere legato legato alla 'ndrangheta e figura di raccordo con certa destra tramite Marcello Dell'Utri. (MICCICHE ’ ALDO, nato a Maropati (RC) il 12.4.1936, residente a Caracas, Av.11 entre 7ma Y 8v Trensv.,Quinta Buenopues, #34-28 Altamira, CHACAO ZP .1060)
Piero Armenti mi disse che gli era stato mandato il buttafuori perché aveva criticato l'ambasciatore durante il discorso di presentazione del premio.
Strano, non ricordavo di aver sentito qualcuno lamentarsi di qualcosa, né tanto meno lui. E poi, prima di parlare con lui, il bisonte si era fermato davanti a me con un fare poco amichevole. Ma, non avendo motivo per non credergli, accettai la sua versione dei fatti.
Certo, se l'Armenti avesse avuto la decenza di aggiungere che era l'autore di quell'articolo, diciamo così, piuttosto adulatorio e molto parziale, nei confronti della commissione ministeriale che avevo contestato a marzo, avrei valutato diversamente le sue affermazioni.
Piero Armenti mi disse che gli era stato mandato il buttafuori perché aveva criticato l'ambasciatore durante il discorso di presentazione del premio.
Strano, non ricordavo di aver sentito qualcuno lamentarsi di qualcosa, né tanto meno lui. E poi, prima di parlare con lui, il bisonte si era fermato davanti a me con un fare poco amichevole. Ma, non avendo motivo per non credergli, accettai la sua versione dei fatti.
Certo, se l'Armenti avesse avuto la decenza di aggiungere che era l'autore di quell'articolo, diciamo così, piuttosto adulatorio e molto parziale, nei confronti della commissione ministeriale che avevo contestato a marzo, avrei valutato diversamente le sue affermazioni.
Nell'articolo in questione non si diceva che i professori provenienti dall'Italia erano senza contratto e che questa fu l'unica osservazione sensata fatta dalla platea alle fantasmagorie decantate dalla relatrice ministeriale: una cosa è la fantapolitica, altro sono i fatti.
A volte le persone tendono a fare confusione tra le chiacchiere e i fatti, ovvero a prendere per vera non la realtà, bensì la sua rappresentazione.
L'esempio più classico è quello della televisione, dai tg alle telenovelas, di cui non si dirà mai a sufficienza che è meglio tenerla spenta.
A volte le persone tendono a fare confusione tra le chiacchiere e i fatti, ovvero a prendere per vera non la realtà, bensì la sua rappresentazione.
L'esempio più classico è quello della televisione, dai tg alle telenovelas, di cui non si dirà mai a sufficienza che è meglio tenerla spenta.
Tornando al giovane giornalista, Piero Armenti, egli era liberissimo di scrivere e prendere le parti di chi voleva, ma nessuno lo autorizzava a spacciarsi per novello Che Guevara....