Good - Piero Golia c'era... 2012 © - Gianluca Salvati
Visualizzazione post con etichetta pittura figurativa. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta pittura figurativa. Mostra tutti i post

giovedì 27 novembre 2014

In principio era l'immagine | L'Homo sapiens è nato artista - Emmanuel Anati

Quando avviene una nuova scoperta nel campo dell'arte preistorica, si meravigliano tutti. Io penso invece che dovremmo meravigliarci di questa meraviglia. L'inventario mondiale dell'arte preistorica curato dal Centro camuno ha già messo in archivio siti che contengono più di 50 milioni di pitture e incisioni rupestri e ha identificato 150 aree principali, distribuite su tutti i i continenti: dalla Siberia alla Patagonia, all'Australia, alla Tanzania, al Sahara, al Canada e ovviamente all'Europa.
È un patrimonio incalcolabile che finalmente ci fa prendere coscienza dell'universalità del fenomeno arte. L'Homo sapiens, da quando è apparso sul pianeta 50.000 anni fa, era artista. È nato artista ed è rimasto tale. La produzione dell'arte è per lui un'esigenza vitale. Come mangiare, bere o dormire. Dietro questa pretesa di mettersi in contatto con l'Aldilà, con gli dei, con le forze soprannaturali, nel subconscio dell'uomo c'è soprattutto e prima di tutto l'esigenza di comunicare con il prossimo, con gli altri uomini. E questa è una delle spinte dell'attività artistica. Ma l'immenso patrimonio dell'arte rupestre ci racconta anche un'altra storia: quella di 50.000 anni di umanità, 45.000 dei quali senza scrittura. Tutte quelle popolazioni che sono state escluse dalla Storia con la esse maiuscola perché non avevano un linguaggio scritto entrano dunque a farne parte a pieno titolo grazie all'arte, che ci permette di ricostruire le vicende, le emozioni, le credenze, la religione.
Un altro aspetto importante di quelle che potremmo chiamare le Cappelle Sistine dell'infanzia dell'uomo è la loro pluralità di funzioni: un fatto che ci è confermato indirettamente dallo studio di cacciatori-raccoglitori che ancora realizzano arte rupestre, come i Boscimani africani o gli Aranta australiani. Ci sono siti all'aperto e altri che sembrano scelti proprio per l'estrema difficoltà di accesso. Una delle funzioni più comuni era quella iniziatica: la grotta o l'area sacra era una specie di università, un luogo dove si andava ad imparare le regole della vita sociale e si veniva iniziati all'età adulta e alla sapienza. Altri siti servivano a finalità divinatorie, o avevano una funzione sciamanica: lo sciamano vi si rifugiava per parlare degli antenati, con gli spiriti degli animali o con altre forze dell'Aldilà. 

Pitture rupestri di leoni - Chauvet

Spesso le funzioni si soprapponevano, se l'"istruttore" dell'iniziazione era anche sciamano; allora le grotte erano segretissime e riservate agli iniziati in momenti determinati dell'anno. È probabile che fosse proprio questa la funzione della grotta Chauvet.
Emmanuel Anati - Airone (maggio 1995)

venerdì 4 luglio 2014

Spazio Arte: mostra collettiva | Sei artisti napoletani

Nell'ottobre 1999, tenemmo una mostra collettiva presso l'associazione Spazio Arte di via Costantinopoli. Non era la prima mostra collettiva che organizzavamo, ma in quell'occasione sembrava dovessimo fare le cose per bene: per la prima volta ci presentavamo come gruppo e lo attestavamo con un pieghevole di fattura assai fine. Il gruppo originario era formato, oltre a me, da Paolo Mamone Capria, Alessandro Papari e Paolo La Motta, cui si aggiungevano Fabiana Minieri, ragazza del Papari e Francesco Verio, figlio d'arte.
C'era già stata un'altra collettiva poco prima delle vacanze estive, ma, benché fossi stato invitato, non vi partecipai.
Paolo Mamone Capria, pittore e teorico del gruppo, nonché valente critico d'arte, per la collettiva di ottobre aveva licenziato un testo di presentazione piuttosto vivace. Il gallerista prese le distanze da quelle affermazioni: "Non mi tirate in mezzo!". E non aveva tutti i torti: quel testo era inedito anche per me che conoscevo il critico già da qualche anno. Ma non mi dispiaceva l'accenno polemico al sistema (massonico) dell'arte contemporanea, dunque lo controfirmavo in toto.


Spazio Arte, collettiva - Sei artisti napoletani

sabato 2 novembre 2013

Sacra Sindone | Enrico Cajati, "Volto santo", olio su tela

1988 - Rivelazione: la Sacra Sindone non risale ai tempi di Gesù (ammesso che sia mai esistito) il lenzuolo di lino conservato nel Duomo di Torino sul quale è impresso il volto di un uomo con i segni della crocifissione. Analisi svolte nei laboratori di Oxford, Tucson e Zurigo lo datano tra il 1290 e il 1360. Insomma, dati alla mano, la Sacra Sindone è, tutt'al più, un efficace e ben sfruttato dipinto medievale...

Volto santo, olio su tela di lino - Enrico Cajati