Good - Piero Golia c'era... 2012 © - Gianluca Salvati
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giovedì 13 ottobre 2016

Enrico Mattei: un caso italiano

Ho spesso parlato dell’Eni nei mei miei blog, per puro caso ho riportato gli scritti, ahimè piuttosto parziali, di Montanelli su Enrico Mattei, ora è il momento di affrontare l’argomento della sua tragica morte.
Come recita Wikipedia, nel 2005 l’umanità ha scoperto che il fatidico “incidente” capitato all’aereo di Mattei (fondatore dell’Eni), era in realtà un attentato a tutti gli effetti.
Non so se si capisce, ma ho sempre trovato noiose sia la politica che certe vicende di cronaca, anche se in questo caso entra in ballo la geopolitica. Tanto per fare un esempio, quando sono atterrato per la prima volta in Venezuela, con la prospettiva di rimanerci a lungo, mica sapevo che il Ministro  degli Affari Esteri italiano era Franco Frattini... l’ho scoperto solo più tardi, dopo l’uscita dal governo dell’ex Ministro degli Esteri, Gianfranco Fini.
Ora, se è vero che le cose ti cominciano ad appartenere nel momento in cui le vivi, allora la mia passione per la geopolitica è nata proprio quando mi sono trasferito all’estero. Dunque in Venezuela, terzo paese in cui ho abitato per un discreto lasso di tempo, ho cominciato ad avvicinarmi a questo aspetto, prima per me alieno, dei rapporti di potere sulllo scacchiere internazionale.
Ho avuto inoltre la fortuna di incontrare mentori dal grande spessore conoscitivo, come il quasi parente di Anna Grazia Greco, che in virtù della sua provenienza da ambienti fascio-massonici, per l’appunto, aveva le idee abbastanza chiare su come va il mondo...

Ebbene i fatti stanno in questi termini: 
  • Mattei è stato assassinato. 
  • I mandati sono gli Usa, o comunque una certo settore fascio-massonico degli States. 
  • Il movente: Mattei era troppo ambizioso

Mi spiego meglio sull’ultima affermazione. Il fondatore dell’Eni si era messo in testa di far entrare l’Italia nell’Opec. Il cartello dei paesi produttori di petrolio.

Domanda: Ma l’Italia non produce petrolio.
Risposta: Vero, ma il paese aveva acquisito conoscenze significative nel campo della sua lavorazione   (raffinazione).

Dunque, divide et impera, gli States non volevano l’Italia a stretto contatto con i paesi Opec. Essendo queste nazioni già piuttosto vicine dal punto di vista geografico e di difficile gestione da parte degli Usa.
Questa è la cornice nella quale è maturato, grosso modo, l’attentato a Mattei. 

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venerdì 27 marzo 2015

Marcos Pérez Jiménez, dittatore in Venezuela | La scuola di Leònidas Trujillo

Sia il generale che il presidente provengono dalla scuola di Leònidas Trujillo. Espaillat ricorda quando, nel 1958, l'all­ora dittatore del Venezuela, il generale Pérez Jiménez, era at­terrato a Santo Domingo perché, alcune ore prima, a Carac­as era avvenuto un colpo di stato che l'aveva privato del potere. "Trujillo era furibondo: secondo lui, Pérez Jiménez avreb­be dovuto difendersi invece di cedere il potere così facilmente. Al che Pérez Jiménez gli rispose di aver voluto evitare un ba­gno di sangue. 'Ma che razza di dittatore sei,' gli gridò Trujil­lo, 'se non spari sulla gente?' Pérez Jiménez replicò che il com­pito di sparare sulla gente era sempre spettato al suo capo del­la sicurezza, Pedro Estrada. La migliore testimonianza dei rapporti tra Pérez Jiménez e il suo sanguinario sicario Pedro Estrada è una barzelletta venezuelana: all'inferno si incon­trano Pérez Jiménez e l'ex dittatore del Venezuela, Vicente Gómez. Come castigo per i suoi peccati, Gómez sta immerso nella merda fino al collo. Anche Pérez Jiménez sta nella merda, ma solo fino alla vita. 'Ma come?' chiede stupito un visitatore. 'Pérez Jiménez non è mica stato meno crudele di Gómez!' 'Sì,' gli risponde il diavolo. 'il fatto è che Pérez Jimé­nez sta sulle spalle di Pedro Estrada.' In quella occasione era­no venuti entrambi a Santo Domingo. Mentre, all'Hotel Em­bajador, bevevamo un bicchiere - ricorda Espaillat - Estrada cominciò a lamentarsi di Jiménez. 'Jiménez si è portato via milioni e milioni di dollari,' disse con voce piena d'invidia, mentre io sono condannato alla miseria.' 'Sarà,' replicai io. Qualcosa, comunque, te la sarai pure presa, no?' 'Qualcosa sì,' confermò tristemente Estrada. 'Appena dieci milioni di dollari."
È possibile calcolare quanto denaro possedessero Pérez Jiménez, Leònidas Trujillo, François Duvalier? Tutto quello che volevano. Governavano i loro paesi come un' azienda pri­vata. Il tesoro di stato era loro proprietà, l'intero paese era lo­ro proprietà (ora capisco cosa intendesse dire il noto piduista, Silvio Berlusconi, quando parlava di azienda Italia... n.d.r.).
Cristo con il fucile in spalla, Ryszard Kapuściński

Marcos Pérez Jiménez, dittatore in Venezuela