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venerdì 30 ottobre 2015

Il Medioevo, Leone III l'isaurico e la lotta iconoclasta

Agli inizi dell'VIII secolo, i rapporti tra il vescovo di Roma e l'imperatore d'Oriente si guastarono di nuovo in conseguenza della politica del basileus Leone III l'Isaurico (717-741) il quale, trovandosi impegnato in un duello mortale con gli Arabi che minacciavano direttamente Bisanzio, aveva compiuto ogni sforzo per accentrare il potere nelle sue mani e pertanto, secondo la consuetudine dei suoi predecessori, aveva imposto la sua volontà anche nel campo della fede religiosa.
Leone III in effetti non solo riuscì a ricacciare gli Arabi e a stornare la minaccia da Costantinopoli, ma, dimostrando notevoli capacità politiche e militari, riuscì anche a rafforzare il potere dell'Impero nella penisola balcanica, estendendone l'influenza sui vicini Bulgari e sulle popolazioni slave comprese entro i confini. D'altra parte, allo scopo di rendere più omogeneo e ordinato lo Stato egli volle diminuire lo strapotere politico-religioso degli ordini monastici, che spesso con le loro iniziative e il loro fanatismo minacciavano la compattezza dell'Impero, e pertanto nel 726 emanò un decreto che proibiva il culto delle immagini sacre e ne ordinava addirittura la distruzione (iconoclastia, da eikon = immagine, e klàzein = spezzare). Questo provvedimento, così radicale e apparentemente eccessivo, scaturiva dalla necessità di stroncare l'uso e l'abuso che gli ordini monastici facevano delle immagini, delle quali si faceva commercio e si incoraggiava il culto, fino a forme grossolane di idolatria superstiziosa che offendevano i sentimenti più seriamente religiosi e sollevavano le irridenti accuse dei musulmani. In Oriente, nonostante le resistenze e le opposizioni, Leone III ebbe partita vinta e l'iconoclastia prevalse fino al secolo IX; ma nelle province bizantine d'Italia le cose andarono altrimenti, perché né le popolazioni cattoliche erano abituate a inframmettenze imperiali in materia religiosa, né il pontefice, dopo tante lotte e tanti vittoriosi contrasti con Bisanzio, era disposto ad accettare la volontà imperiale proprio in un momento in cui il suo potere spirituale si andava estendendo a tutto l'Occidente e il suo potere temporale si affermava nel Lazio e nelle regioni bizantine, come l'Esarcato e la Pentapoli.
Elementi di storia - Il Medioevo, A. Camera/ R. Fabietti; ed. Zanichelli

Leone III e Costantino V