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lunedì 6 luglio 2015

Diablos Danzante: sincretismo dal Venezuela

Una delle feste più pittoresche del Venezuela è caratterizzata dalla presenza di diavoli impersonati da danzatori che indossano maschere mostruose. La danza può passare da un movimento in doppia fila sul genere di certe danze cerimoniali a spasmodiche contorsioni accompagnate dal ritmo dei tamburi. paradossalmente i diavoli danzanti si riversano nelle strade in uno dei giorni più sacri del calendario cattolico, il Corpus Domini che si cellebra in onore dell'Eucarestia.
La cerimonia simboleggia la lotta tra il bene e il male con il trionfo definitivo del primo. A prescindere dal carattere profano delle loro danze, i diavoli a un certo punto si radunano sul sagrato della chiesa per ricevere l'Eucarestia, sono poi benedetti dal sacerdote e a questo punto riprendono le loro danze sfrenate.
L'avvenimento ha un aspetto e un significato in cui magia e religione si confondono. La gente del luogo crede che il rituale della danza assicurerà raccolti abbondanti, salute, prosperità e protezione contro la sfortuna e i disastri naturali. Per i diavoli la danza è la loro religione.
In termini generali i Diablos Danzantes sono il frutto dell'incontro avvenuto tra la tradizione africana e quella spagnola. La festa affonda le radici in Spagna, nell'Andalusia medievale, dove alla festa del Corpus Domini apparivano immagini e maschere di diavoli. Quando, in epoca coloniale, la festa fu portata nel Nuovo Mondo dai missionari spagnoli, trovò un terreno fertile tra gli schiavi negri, i quali interpretarono a modo loro la religione cattolica. Felici di indossare le tradizionali maschere della loro terra natia, essi danzavano al ritmo familiare dei tamburi. Alcuni studiosi hanno visto in tutto ciò un atto di protesta della comunità nera contro il dio bianco, simbolo dell'oppressione e della crudeltà spagnole. Qualunque fosse la ragione, il profano e il divino progressivamente si fusero e, alla fine, produssero uno straordinario rituale derivato dallo scambio delle due culture.
Le origini africane della cerimonia sono evidentissime, anche se le danze oggi non sono eseguite esclusivamente da neri. Le danze del diavolo sono sopravvissute solo nelle zone che hanno per tradizione una consistente popolazione nera. Alcune delle maschere moderne sono simili a quelle dei paesi dell'Africa occidentale quali il Congo, il Benin e la Nigeria. E gli strumenti d'accompagnamento solitamente impiegati sono il tamburo e le maracas, sebbene in alcune zone sia usato anche il cuatro (piccola chitarra a quattro corde).
Le città e i villaggi in cui oggi sono eseguite le danze del diavolo sono Naiguatà (Vargas), Cata, Chuao, Cuyaga, Ocumare de la Costa e Turiamo (Aragua), Canoabo, Guacara, Los Caneyes, Patanemoe Tocuyito (Carabobo), Tinaquillo (Cojedes) e San Francisco de Yare (Miranda). Tutte queste località si trovano nella zona che fu testimone della più massiccia importazione di schiavi africani. Le celebrazioni di Chuao e di San Francisco de Yare sono le più note del paese, così come le loro maschere.

Le danze, le maschere e i costumi di ogni comunità si sono evoluti con forme e caratteristiche distinte. Anche se le maschere di oggi sono fatte quasi sempre di papier-maché, esistono notevoli diferenze da una città a un'altra. Quelle di San Francisco de Yare, per esempio, sono grandi, elaborate e dipinte vivacemente di quasi tutti i colori dell'arcobaleno; raffigurano demoni con le corna, mostri, animali fantastici e così via. A Chuao sono invece più piccole e più modeste; sono dipinte essenzialmente di tre colori - bianco, nero e rosso - e presentano chiare similitudini con le maschere del Congo.
Lonely Planet Venezuela - Dai Caraibi alla Ande (ed. sett. 2001)

Diablos danzente de Yare