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sabato 14 marzo 2015

Dittature in America Latina | Il Mar dei Caraibi e gli Usa

Tutto questo perché, nella strategia del Pentagono, Santo Domingo rappresenta la porta del Mar dei Caraibi che il suddetto Pentagono considera un lago interno degli Stati Uniti. Una strategia secondo la quale Cuba non è altro che un'enclave comunista all'interno del territorio degli Usa.
Un'altra caratteristica della storia della Repubblica Dominicana è il fatto che solo pochi dei suoi presidenti sono morti di morte naturale.
Ulises Heureaux, assassinato nel 1899.
Ramén Càceres, assassinato nel 1911.
Leónidas Trujillo, assassinato nel 1961.
Altri, meno noti, sono finiti nello stesso modo. Ogni presidente durante il proprio mandato, e prima di cadere egli stesso vittima della pallottola di un attentatore, cerca di sp­dire all'altro mondo il maggior numero di oppositori. Si cal­cola che il presidente François Duvalier abbia condannato a morte ventimila persone. Una cifra approssimativa, visto che nessuno è in grado di stabilire l'esatto numero delle vittime. Risultati non inferiori a quelli di Duvalier furono raggiunti dal suo vicino, il presidente della Repubblica Dominicana Leónidas Trujillo. Trujillo usava perseguitare i propri avver­sari in tutto il mondo, funzione alla quale adibiva un gran nu­mero di persone. Il capo della sua polizia, generale Arturo Espaillat, narra nel suo libro Trujillo, anatomia de un dictador, di come girasse per il mondo, travestito ora da contadi­no, ora da prete, per assassinare i nemici del presidente. "Una volta," ricorda Espaillat, "appurammo che in Guatemala un comunista di nome José Pérez faceva parte di una congiura anti Trujillo. In seguito a ulteriori controlli, risultò che nel partito comunista guatemalteco esistevano ben tre militanti con questo nome. Quale dei tre era coinvolto nella congiura? Quale dei tre bisognava uccidere? Il problema fu risolto nel modo più semplice, vale a dire eliminandoli tutti e tre. Que­sto incidente, peraltro senza importanza, illustra alla perfezione l'essenza della politica della giungla praticata in America Latina."
Poco dopo aver scritto questo libro, lo stesso Espaillat veniva assassinato a Ottawa (nel settembre del 1967).
Da allora poco è cambiato. In Messico ho parlato con un giovane dominicano di nome Maximiliano Gómez. Nel suo paese, Gómez aveva militato nell' opposizione. Incarcerato, era stato poi liberato in cambio dell'addetto militare degli Sta­ti Uniti, rapito dai guerriglieri. Venuto in Messico, aveva deeciso di partire per l'Europa perché, come mi disse, "intendevo, in un modo o nell' altro, rientrare nel mio paese e conti­nuare a combattere". Non gli hanno concesso molto tempo: ho appena letto sul giornale che è stato trovato in un albergo di Bruxelles con una pallottola in testa.
Ryszard Kapuscinski, Cristo con il fucile in spalla

Rafael Leónidas Trujillo Molina, dittatore