Good - Piero Golia c'era... 2012 © - Gianluca Salvati
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domenica 11 ottobre 2015

Il seme della verità: Franco Chirico, capo-setta del Cammino Neocatecumenale | J. Krishnamurti, dialogo con David Bohm

K. - Se si pianta un seme di verità, esso deve operare, crescere, funzionare, avere una sua vita.
B. - Molti milioni di persone probabilmente hanno letto o sentito quel che dite. Eppure sembra che gran parte di loro non abbia capito. Pensate che alla fine riusciranno tutti a vederlo?
K. - No, ma la cosa va avanti, essi se ne preoccupano, e si chiedono, “Cosa intende dire con ciò?”. Il seme funziona, cresce, non è morto. Potete dire il falso e anche quello opera.
B. - Sì, ma ora abbiamo una lotta fra i due e non possiamo prevederne l’esito; non possiamo essere sicuri del risultato.
K. - Avete piantato in me il seme: “La Verità è un terreno senza sentieri”. E ancora un altro seme è piantato nella mia coscienza: “Ecco la strada che porta alla verità, seguimi”. Uno è falso, uno è vero. Entrambi sono conficcati nella mia coscienza. Così avviene una lotta. Il vero e il falso operano entrambi, e se sono sufficientemente sensibile ciò crea più confusione, più miseria e molta sofferenza. Che accade se non fuggo da quella sofferenza?
B. - È chiaro quel che accadrà se non fuggite. Avrete l’energia l’energia per vedere ciò che è vero.
Verità e realtà, J. Krishnamurti discussione con David Bohm,


Franco Chirico, editore per il Cammino Neocatecumenale


domenica 30 novembre 2014

Cricca Codazzi | Una Caracas da bere: Ruben e la nipote di Franco Chirico

Quando ripresi a lavorare nel gennaio 2005, ripresi anche le uscite serali in quel di Caracas. Una Caracas da bere.
Il collega di uscite, Giuseppe Rinaldi, era ritornato dall'Italia più baldanzoso che mai. Baldanzoso è il termine adatto per uno sovrappeso che ami danzare la salsa e gli altri balli latinoamericani... Il bello è che se la cavava piuttosto bene.
Io ero debole e necessitavo ancora di riposo, ma avevo anche bisogno di vedere un po' di vita, dato che ero fresco reduce dal mondo dei morti, o degli spiriti, se preferite. 

Fortunatamente avevo ricominciato la scuola di mercoledì, per cui il fine settimana arrivò prima. Giuseppe mi disse che era in contatto con Ruben Zambrano, l'insegnante di educazione motoria del Codazzi. Quel venerdì, infatti, si festeggiava il Dia del maestro e a scuola ci fu il solito brindisi (non essendo riusciti a farmi fuori, mi festeggiavano, quegli infami...).  
Al brindisi Giuseppe Rinaldi e il prof di educazione fisica parlarono per tutto il tempo. 
Quando ci vedemmo in serata, al solito bar di plaza Chacaito, Giuseppe mi disse che Ruben Zambrano gli aveva scritto un messaggio. Il prof di ginnastica, originario di Merida,  era in serie difficoltà: lo assediavano varie femmine e richiedeva il nostro intervento. Più che un messaggio pareva un Sos...
Come potevamo rifiutare?
Terminammo le nostre birre e ci mettemmo in viaggio. Destinazione: Club de la Guardia, zona Paraiso: non poteva esserci luogo migliore per ricominciare a vivere...
Raggiungemmo il nostro collega ancora incolume che ci presentò una carovana di persone. Almeno tre figliole erano di mio gradimento.
Il Club de la Guardia era una sorta di dopolavoro dell'esercito venezuelano. Era distribuito su un'area abbastanza grande e si entrava solo per conoscenza. Non mi dispiaceva perché era per lo più all'aperto, semplice e popolare. La musica non era chiassosa, e pazienza se c'era solo musica locale. Era un luogo ideale per chi sapeva ballare i ritmi caraibici.
Il gruppo di Ruben era situato in una zona che terminava con un cortile. Sul muro di quel cortile era dipinto a lettere cubitali la scritta "Barinas linda!". Omaggio al luogo che ha dato i natali al presidente Chavez. Alcune amiche di Ruben mi fecero un corso accellerato di salsa venezuelana. Molto istruttivo, anche se sono stato un pessimo allievo.
Ad un certo punto della serata, me ne andai a fare un giro per il club. C'erano zone poco illuminate con cespugli e aiuole ed altri spazi coperti dove la gente ballava. Nel complesso dava l'idea di un luogo molto frequentato ma tranquillo. 
Durante il mio giro di ricognizione vidi, per la prima volta, la nipote di Franco Chirico. 
Era il 14 gennaio 2005. La vidi senza conoscerla e senza essere visto in quanto parlava animatamente con una ragazza della comitiva. Una di quelle che mi piacevano, per intenderci. Forse fu proprio per cercarla che vidi la nipote di Franco Chirico, massimo editore del Cammino Neocatecumenale e amico personale di Kiko Arguello, nonché capo-setta della comunità neocatecumenale frequentata dai miei genitori dai primi anni '90. 


Franco Chirico e la cricca Codazzi di Anna Grazia Greco


Parlava la sciacquetta, in una zona poco illuminata, ma più precisamente impartiva istruzioni. Aveva 25 anni circa, la faccia slavata, gli occhiali e i capelli castani non molto lunghi, legati dietro con una piccola coda. Ostentava lo stesso piglio della Greco (Anna Grazia, una fuorilegge a Caracas), ovvero lo stesso modo del cazzo di blaterare senza ascoltare. Odiosa solo a vedersi.
Quello del Club della Guardia è stato il primo di 3 incontri certi, che ho avuto con quella troia della nipote di Franco Chirico. ma non escludo di averla avuta tra i piedi in diverse altre occasioni, dal momento che aveva frequentato il Codazzi e abitava a due passi da casa mia...

approfondimento: 
  1. Il dopo commissione ministeriale
  2. Il rientro a scuola (gennaio 05) 

martedì 8 luglio 2014

Cammino Neocatecumenale: Franco Chirico va al "campo dei preti" - I Rogazionisti alla Pineta e Franco Chirico

Anni fa, prima che Franco Chirico si desse alla filantropia (acquistandomi ben 2 quadri nel 1997) lo vidi dirigersi verso il campo dei preti con la chitarra in spalla. Era una domenica pomeriggio, si era in primavera ed io prendevo il caffé fuori il balcone, quando vidi passare Franco Chirico così conciato: camicia bianca smanicata, pantaloni e scarpe scuri. E quella chitarra in spalla che era tutto un programma...
C'era una notevole distonia fra scopo e intenzione. Verosimilmente il Chirico si dirigeva al campo dei preti, la parrocchia dei Rogazionisti alla Pineta, dove ci sono anche un parco e i campi sportivi... lì il Chirico opera in qualità di responsabile della comunità neocatecumenale del quartiere. (Inoltre Franco Chirico è il principale editore del Cammino Neocatecumenale). 

Il tipo pareva assai scoppiato come se stesse dirigendosi ad un proprio personale calvario, con la chitarra al posto della croce. O stesse andando a prendersi a botte (a chitarrate in testa) con qualcuno, probabilmente un fariseo

Per chi non lo sapesse, i neocatecumeni sono in costante colluttazione, fisica e mentale, con il diavolo. 

E forse il Chirico stava andando ad affrontare il diavolo in persona...


Cammino Neocatecumenale: Franco Chirico mentre va al campo dei preti

Il problema per questo tipo di sistemi è stabilire chi è il diavolo e come contrastarlo... 
In genere è un processo che viene calato dall'alto, in virtù di strane dinamiche, esoteriche, da parte di chi di quei sistemi è a capo. Se da ciò ne consegue un tipo di potere tipicamente temporale e ben poco spirituale, pazienza, è un dilemma che la Chiesa cattolica romana preferisce lasciare insoluto...
Quindi ecco il Chirico, Franco, vecchia conoscenza dei salesiani, che si appresta a compiere il proprio dovere di buon cristiano, come un automa. Forse un tantino impacciato dai tanti fili che lo manovrano, ma un vero soldato non si pone domande. 

Ottimo esempio di cristianesimo militante...

Esoterismo: (dal greco esoterikós = interno) dottrina riservata ad un numero ristretto di iniziati, i discepoli. Esoterico è l’aggettivo con cui si indica tale carattere di segretezza, mentre essoterico (dal greco exoterikós = esterno) definisce il carattere pubblico di altri insegnamenti. 
Scrittori e opere, Marchese/Grillini – ed. La Nuova Italia

sabato 2 novembre 2013

Sacra Sindone | Enrico Cajati, "Volto santo", olio su tela

1988 - Rivelazione: la Sacra Sindone non risale ai tempi di Gesù (ammesso che sia mai esistito) il lenzuolo di lino conservato nel Duomo di Torino sul quale è impresso il volto di un uomo con i segni della crocifissione. Analisi svolte nei laboratori di Oxford, Tucson e Zurigo lo datano tra il 1290 e il 1360. Insomma, dati alla mano, la Sacra Sindone è, tutt'al più, un efficace e ben sfruttato dipinto medievale...

Volto santo, olio su tela di lino - Enrico Cajati

sabato 5 ottobre 2013

Storie dell'altro mondo | La ragazza di Piero Armenti e quei finti sballati degli "hermanitos" | Una favola moderna, El Junkito - Venezuela

Nella prima metà di ottobre del 2005, M mi parlò di una gita a El Junkito, con Piero Armenti, la sua ragazza e il gruppo di amici di quest'ultima: un'insolita accozzaglia di teppistelli dark che lei chiamava affettuosamente "los hermanitos" (i fratellini).
El Junkito si trova su una montagna appena fuori Caracas, credo che il pueblo fosse a più di mille metri d'altezza, infatti lì c'è spesso la nebbia ed è decisamente più fresco che a Caracas. Inoltre, ci sono diversi maneggi, dove si può cavalcare o uscire con i cavalli per fare una passeggiata in montagna.
Procedendo su per le montagne si raggiunge Colonia Tovar, ridente paesino fondato nientemeno che da Agustin Codazzi, geografo puttaniere, con una colonia di circa 150 tedeschi. Colonia Tovar è piuttosto rinomata perché anche sulla montagna la foresta rimane rigogliosa e trovi queste casette in stile tirolese. 
Il gruppo di coloni tedeschi aveva la norma di non mescolarsi agli indigeni: i matrimoni misti erano vietati, e lo sono stati fino alla seconda guerra mondiale.

Agustin Codazzi mentre si dà una rinfrescata

Tornando a M, mi aveva raccontato delle mirabolanti performance della ragazza di Piero Armenti, la quale prima di salire a cavallo si era inciuccata col suo gruppo di finti sballati. Poi era salita a cavallo ed era caduta, planando nel fango: quel giorno, infatti, aveva piovuto. Ma la ragazza di Piero Armenti si era impuntata e voleva per forza risalire a cavallo, così rotolò ancora nel fango.


la ragazza di Piero Armenti dopo l'ennesima caduta

Ad un certo punto "los hermanitos" si proposero di portarla ad un fontana per lavarla e toglierle il fango di dosso. Cosa che fecero come durante un rito collettivo: con grande senso di responsabilità.
Il racconto della gita a El Junkito terminò con "los hermanitos" che ripulita a dovere la ragazza di Piero Armenti, ripresero allegramente ad inciuccarsi per poi andare a cercare reperti ossei nel cimitero dei cavalli, da qualche parte nella foresta. 

venerdì 14 giugno 2013

Erich Fromm, l'autorità anonima - Il potere nel XX secolo

[...]  Sia che una madre dica alla figlia: "So che non ti piacerà uscire con quel ragazzo"; o che una reclame suggerisca: "Fumate questa marca di sigarette: vi piacerà la loro freschezza": è sempre una stessa atmosfera di sottile suggestione che in realtà pervade tutta la nostra vita sociale. L'autorità anonima è più efficace dell'autorità palese perché non si sospetta mai che ci sia un ordine che si è tenuti ad osservare"
(Erich Fromm, 1963)

[...]  L'autorità alla metà del ventesimo secolo ha mutato il suo carattere; essa non si presenta più come autorità manifesta, bensì come un'autorità anonima, invisibile, alienata. Non c'è nessuno che ordini, né una persona, né un'idea, né una legge morale. Però tutti ci conformiamo come e più di quanto non si farebbe in una società fortemente autoritaria. Infatti, non c'è nessuna autorità, al di fuori di "oggetti". Quali sono questi "oggetti"? Il guadagno, le necessità economiche, il mercato, il senso comune, l'opinione pubblica, quel che "si" fa, "si" pensa, "si" sente. Le leggi dell'autorità anonima sono invisibili quanto le leggi del mercato, e altrettanto incontestabili. Chi può attaccare l'invisibile? Chi può ribellarsi contro Nessuno?"
(Erich Fromm, 1964)

Il signor Nessuno, olio 2007 - Gianluca Salvati

sabato 8 giugno 2013

Icone pop | Kiko Arguello, pittore della madonna, leader e santino della setta dei neocatecumeni | Cammino Neocatecumenale

Kiko Arguello era un pittore esistenzialista. Kiko Arguello, pur vivendo nella cattolicissima e fascistissima (a quei tempi) Spagna, si era dimenticato di Dio. Dio era molto adirato con Kiko Arguello. Dio era molto preoccupato per quella pecorella nera così sbiadita... Dio aveva perso da tempo la pazienza con Kiko Arguello, ed è risaputo quanto Dio possa diventare vendicativo e rancoroso quando perde la pazienza (a volte è peggio di un bambino viziato)... 
Per fortuna un giorno Kiko Arguello si convertì. Smise di dipingere seguendo unicamente le sue emozioni e cominciò a seguire la parola (il verbo) dandosi all'apostolato e alla sua convinta diffusione. Fondò un movimento, anzi una vera e propria setta cattolica, quel Cammino Neocatecumenale che tanto fa parlare di sé, in realtà è solo un Opus Dei in chiave minore, ovvero alta manipolazione rivolta al ceto medio anziché alla finanza... 
Oggi Kiko Arguello suona, canta e balla ed è a capo di una multinazionale del sacro che conta centinaia di fedeli in tutto il mondo. Inoltre è diventato un santino pop ante litteram (molto prima di accomodarsi alla destra del Padre) a cui i suoi seguaci rivolgono appassionate orazioni. 
Kiko Arguello: da pittore sfigato a pittore della madonna!


In cammino, oli su tela - Gianluca Salvati 1997

lunedì 3 giugno 2013

"Il buon pastore" 1999 - Omaggio a Kiko Arguello | Franco Chirico editore e la setta neocatecumenale

Il dipinto R&M, del 1999, si ispira al quadro "Il buon pastore" del 1977 di Kiko Arguello, di cui circolava una riproduzione in casa. Il mio lavoro, ovviamente, ne è una versione aggiornata. Il quadro de Il buon pastore, a sua volta, rimandava alle prime pitture paleocristiane, le quali rispondevano ai modelli greci del Doriforo. 

Ricordo, a tal proposito, una bella lezione di storia dell'arte alle superiori: si analizzava un'immagine cristiana del "Buon pastore" valutandone gli influssi greci.  Non è che il quadro di Kiko Arguello fosse questo gran capolavoro, ma dato che mi trovavo quell'immaginetta fra i piedi, ne volli dare una mia versione con il quadro R&M.

Tutto il materiale inerente la setta cattolica (catto-talebana) del movimento neocatecumenale, ci veniva direttamente da uno dei suoi editori di punta, Franco Chirico
Il tipo, Franco Chirico era (ed è tutt'oggi) responsabile della setta del movimento neocatecumenale che frequentano i miei genitori. 
Altro aspetto degno di nota è che Franco Chirico conosce personalmente Kiko Arguello.
Kiko Arguello, spagnolo, è il fondatore del movimento neocatecumenale.

Quando nel 1999 tenni la mia prima personale in una galleria, (la primissima era in un bar), avevo invitato anche Franco Chirico. Alla mostra esponevo sia il quadro R&M, sia un ritratto di Jacques Chirac che era a tutti gli effetti un ritratto di Franco Chirico a la Jacques Chirac
Mia madre aveva notato questo omaggio a Franco Chirico, un personaggio così importante, e glielo aveva comunicato, ma il sant'uomo all'esposizione non si vide, direi neanche per sbaglio. Neanche l'ombra.
In compenso l'ultimo giorno vennero gli amici di suo figlio Fernando a vedere la mostra.

R&M, omaggio a Kiko Arguello, olio su tela 1999 - Gianluca Salvati

domenica 24 febbraio 2013

La setta fasciomassonica | I neocatecumeni e le gerarchie ecclesiastiche

Nell'ottobre del 2008, mio zio prete compiva 50 anni di sacerdozio. Per l'occasione, la Curia di Napoli offriva un pranzo per i sacerdoti che avevano raggiunto tale meta. L'appuntamento per il lieto evento era in un dato luogo di Napoli: un pulmino della Curia, col vescovo, avrebbe prelevato i preti per portarli a destinazione.
Così andarono, più o meno, le cose.

Il pulmino era pieno e casualmente, l'unico posto libero era davanti, proprio vicino al vescovo: mio zio andò a sedersi di fianco al vescovo. Da premettere che non è mai stato tenuto in grande considerazione da parte delle “alte sfere”... Durante il tragitto, molto casualmente, ma molto appropriatamente, il vescovo prese a lamentarsi dei neocatecumeni: “Il vescovo aveva il dente avvelenato nei confronti dei neocatecumeni...”, mi riferì mio zio. E lui che aveva frequentato comunità neocatecumenali sin dal 1982, trovò pacifico prenderne le difese, motivando tutta una serie di argomentazioni a loro favore.
Ora, per chi abbia un po' di senso critico, non è difficile notare le storture di questa setta, perché di setta si tratta, primo fra tutti l'obbligo alla segretezza e all'obbedienza, con tutto quello che ne consegue. La maggior parte delle “riunioni” dei neocatecumeni si tengono a porte chiuse e dato che costoro utilizzano le strutture e gli spazi che le parrocchie di riferimento gli mettono a disposizione, va da sé che la gerarchia ecclesiastica può solo fingere di non vedere (non sentire e non parlare) nei confronti delle merdate che la setta in questione mette a segno. 

In poche parole, la setta noecatecumenale sta facendo il lavoro sporco per conto delle gerarchie ecclesiastiche... Tanto alla fine il riconoscimento arriva sempre. 
Se si pensa agli altri movimenti retrogradi che influenzano in questo momento la Chiesa, dall'Opus Dei alla Compagnia delle Opere, fino ai neocatecumenali, ne viene fuori un quadro davvero desolante per il credente non bigotto


Uomo che saluta, olio su tela 1996 – coll. Franco Chirico

lunedì 11 febbraio 2013

Cantanti neomelodici e mafia | Franco de Vita & Minerva Valletta - Anna Grazia Greco - Agustin Codazzi Caracas

Il noto cantante italo venezolano Franco de Vita originario di Pellare in provincia di Salerno è il cugino di Minerva Valletta.  
Franco de Vita & Minerva Valletta
Minerva Valletta è una delle factotum dell'associazione senza scopo di lucro (conto cifrato su banca Svizzera: Credìt Suisse, filiale di Lugano) associazione Agustin Codazzi di Caracas.
Minerva Valletta è la moglie del signor Bagordo, autista dell'Ambasciata italiana a Caracas ed è la cognata della señora Baffone, avvocato e factotum dell'associazione Agustin Codazzi.

Collegio Agustin Codazzi - Caracas: la señora Baffone
Quando sono stato chiamato ad insegnare in nero alla scuola dell'associazione Agustin Codazzi di Caracas dalla dirigente Mae (Ministero Affari Esteri), Anna Grazia Greco, sono capitato nella classe dove c'erano i figli di Minerva Valletta e della señora Baffone. Avendo avuto modo di conoscerle, ho potuto in seguito definirle: “gemelline dell'intrigo”. Gli intrighi a cui faccio riferimento sono quelli concordati con qualcuno all'interno delle istituzioni locali: Consolato Generale d'Italia e Ambasciata d'Italia, in particolare.


Nulla dies sine linea, motto massonico del Collegio Agustin Codazzi di Caracas
Nel 2004, l'anno in cui sono stato chiamato in nero, senza contratto e senza contributi, dalla dott.ssa Anna Grazia Greco del Ministero degli Esteri, il noto cantante italo venezolano Franco de Vita aveva licenziato il disco Stop, con all'interno alcuni singoli di grande successo. Il titolo del Cd fa riferimento alle violenze contro le donne, che anche in Venezuela sono una piaga sociale. Nulla da obiettare sui buoni propositi di questa gente che dimostra una delicata sensibilità nel tempo libero, quando non sono impegnati a fare fuori il loro prossimo...

Come ho scritto, ero stato convocato da una dirigente del Ministero degli Esteri, ma stavo lavorando in nero, evidentemente da quelle parti è previsto da qualche legge non scritta che si possa lavorare senza contratto e senza contributi, dico lavorare perché si lavora per vivere, ma in questo caso è più corretto dire che lavoravo per morire (per quei porci fascisti!)... Infatti, in assenza di documenti ufficiali e senza tutele, e in mancanza di un ricorrente, ritorna fin troppo facile ricamare storie fantasiose e di convenienza sulla vita di qualcuno, tanto per dare un tocco di naturalezza ad eventi di innegabile matrice manipolatoria e dolosa.
Mi permetto quest'inciso solo perché è ciò che mi è capitato a fine dicembre del 2004. Ero già clandestino a tutti gli effetti e mi sono “beccato” un avvelenamento. Caso volle che mi salvassi.

Clandestino e moribondo(dic04), olio su tela - Gianluca Salvati 2005 Caracas- Piero Golia
Nel 2010 il noto cantante italo venezolano Franco de Vita è stato decorato Commendatore della Repubblica italiana durante una cerimonia al centro Italiano Venezolano.

lunedì 27 agosto 2012

Consorterie: la camarilla del Codazzi - Gli "amici degli amici" | Piero Armenti & Guido Brigli

In Venezuela esiste una grandissima emergenza sanitaria

Paolo Scartozzoni a Caracas - marzo 2005
La Lombardia è pronta a dare il suo aiuto, ma è necessario fare un censimento per capire la vera portata del problema sanitario, includendo anche gli italiani senza cittadinanza.
di Piero Armenti - La Voce d´Italia -


CARACAS- Ë durata solo pochi giorni (dal 7 al 12 febbraio) la visita di Daniele Marconcini a Caracas, ma sono stati giorni intensissimi, di incontri fitti con esponenti della diplomazia italiana (si sottolinea il pranzo a casa del Console Generale Fabrizio Colaceci), con imprenditori, e con esponenti delle varie associazioni della comunitá italo-venezoelana. Una full immersion, per portare a termine una missione che Marconcini stesso definisce "semplicemente esplorativa", in cui è riuscito a confermare le proprie sensazioni: la comunitá italiana in Venezuela è una comunitá preoccupata ed in parte scontenta. Daniele Marconcini, Presidente dell’Associazione Mantovani nel Mondo, non è sicuramente uno alle prime armi, ha trascorso una vita impegnandosi nel mondo dell’emigrazione e della politica (come dirigente prima nel PCI e poi nei DS), emigrazione e politica, dicevamo : un binomio strano, pericoloso se i rappresentanti di questi due pianeti inseguono obiettivi diversi, ma che appaiono coincidenti a parole. Daniele Marconcini questo lo sa, e qui in Venezuela è venuto nella sua doppia veste, come rappresentante del mondo dell’emigrazione in generale, ma soprattutto come delegato della Regione Lombardia ( piú precisamente rappresenta la Consulta dell’Emigrazione del Consiglio Regionale lombardo). E’arrivato su invito di Gianni Cappellin, presidente dell’Associazione dei Lombardi in Venezuela, per mandare innanzitutto un messaggio ben preciso: la Lombardia è pronta a rispondere ai bisogni degli italiani in Venezuela, e a farlo dall’alto della propria posizione privilegiata: è la regione d’Italia piú ricca, un terzo del Prodotto interno Lordo ( Bruto) di tutto il "Bel Paese" proviene da lí.  Le sue parole sono intrise soprattutto di spirito pratico (tipico "lumbard"), né sofismi né giri di parole ,è una lunghezza d’onda, la sua, ben chiara, su cui si sintonizza a perfezione la pragmaticitá italovenezoelana.

d- Cosa ha fatto in questi giorni?
- Sto incontrando tutti gli organismi che rappresentano la comunitá italiana, per cui ho incontrato l’Ambasciatore il Console, gli Imprenditori. Mi sto facendo un’idea su cosa possa fare la Lombardia e la prima cosa che ho notato è che in Venezuela esiste una grandissima emergenza sanitaria, quindi noi rispetto a questo riteniamo che si debba attuare urgentemente un censimento su tutti coloro che si trovano in uno stato di indigenza"

d- Eppure l’Ambasciatore non sembra dello stesso avviso, la Comunitá italiana sembra stare in ottima forma.
- Su questo non sono d’accordo. La veritá è che non ci sono dati affidabili. Abbiamo verificato che attualmente c’è un intervento di sostegno limitato alle persone di passaporto italiano, per cui secondo i nostri dati sono assistite solo 1000 persone, ma non abbiamo nessun dato sull’emergenza sanitaria che colpisce la comunitá dei discendenti. E’ evidente che l’impegno deve essere anche rispetto ai discendenti, visto che negli anni settanta molti italiani hanno perso la cittadinanza per poter lavorare qui in Venezuela, ma non per questo hanno smesso di essere italiani.

d- Non potrebbero essere riaperti i termini per riacquisire la cittadinanza?
- Per il momento non sembra esserci questa possibilitá. Proprio per capire allora quale è l’effettiva portata dell’emergenza bisognerebbe monitorarla, fare un censimento, capire magari anche quanti sono gli italiani che hanno perso la cittadinanza ma sono bisognosi di aiuti, è necessario che i rappresentanti del Venezuela nel CGIE chiedano che venga immediatamente attivato un fondo di sostegno socio-assitenziale per il Venezuela al quale potrebbero dare un loro apporto le regioni.

d- Quale potrebbe essere il contributo della Lombardia?
- La regione Lombardia, per esempio, patrocina gemellaggi, come quello appena firmato con l’ospedale di Rosario in Argentina. L’idea è quella di obiettivi nazionali a cui le regioni possono dare il proprio contributo

d- Che tipo di interventi nel settore sanitario potrebbero aiutare la comunitá italiana?
- Innanzitutto bisognerebbe verificare chi sono coloro che non possono pagarsi una assicurazione sanitaria, e poi studiare la possibilitá di appoggiare economicamente i progetti.

d- Ad esempio?
- Ad esempio nell’aria di Valencia c’è un progetto per costruire una clinica polifunzionale per italiani, nelle cui strutture potrebbe trovare accoglienza anche la popolazione venezuelana, un altro esempio: abbiamo un’altra fondazione chiamata Oasis che vuole creare una sede ambulatoriale. Basta guardare in profonditá, per vedere che ci sono una serie di iniziative ottime, che peró vengono svolte senza un coordinamento, e senza il sostegno delle autoritá italiane. Inoltre ho potuto appurare che allo stato attuale arrivano per le associazioni, a sostegno degli indigenti, contribuiti di circa di 120-130 mila euro: sono cifre inconsistenti rispetto all’emergenza.

d- Oltre problema sanitario,quali sono le altre prioritá?
- La seconda questione che bisogna analizzare è quella della salvaguardia dell’imprenditoria italiana qui presente, il 60% dell’imprenditoria locale é di origine italiane. Ho visto che, al di lá dei giudizi sul governo attuale, la comunitá italiana si sente pesantemente condizionata dall’attuale situazione politica, quindi le sue richieste sono chiare: garanzie dal governo venezuelano per mantenere la propria presenza sul territorio.

d- Le sembra che ci sia un particolare accanimento contro l’imprenditoria italiana?
- No, ma in generale vi è una profonda sfiducia per la propria sicurezza personale, e il governo italiano dovrebbe intervenire per verificare una maggior salvaguardia della comunitá italiana. Le stesse sedi diplomatiche dovrebbero cambiare atteggiamento: ritengono di poter svolgere la loro azione solo verso cittadini italiani, o imprese che hanno sede in Italia, noi riteniamo che dovrebbero essere ricomprese anche i cittadini italiani che hanno perso la cittadinanza.

d- In che modo il governo potrebbe essere d’aiuto?
Si dovrebbe aprire un tavolo di confronto tra le esigenze che pone il governo Chavez, legittimamente eletto , e le esigenze che pone la Comunitá italiana. Ci auguriamo che il Presidente Chavez prima o poi arrivi in Italia e che su un tavolo di governo si esamino le opportune ipotesi. Bisogna tener conto che qui la imprenditoria italiana è medio-piccola, ed é verso questa realtá che vanno concentrati gli sforzi istituzionali e diplomatici. Perché in fondo la imprenditoria italiana in Venezuela è la comunitá italiana stessa.

Piero Armenti//La Voce d´Italia

Piero Armenti, il divo

Guido Brigli incontra Paolo Scartozzoni
Copia della Lettera inviata dal Presidente Marconcini alla Regione Lombardia


Alla cortese attenzione del Presidente del consiglio Attilio Fontana
e p.c.
Al Presidente delegato della Consulta dell'Emigrazione Marcello Raimondi
All'Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale Lombardo
Ai Gruppi Consiliari della Regione Lombardia

Signor Presidente come puo' vedere dalla rassegna stampa, i problemi in Venezuela per la comunita' lombarda ed italiana sono seri e complessi. Questo dovrebbe portarci ad unire sempre più le forze come mondo lombardo ed italiano all'estero, rafforzando il loro rapporto con le istituzioni nazionali e regionali. La nostra comunità, considerata generalmente su posizioni antigovernative, ha una posizione critica sul Governo Chavez non in forma preconcetta ma basata su fatti concreti, soprattutto sulla eccessiva concentrazione del potere politico ed economico nelle mani del governo e sull'assenza di una vera e propria opposizione, la quale nonostante la protesta di piazza degli ultimi anni, non riesce ad esprimere ne' un leader ne' una seria alternativa al Chavez. Una situazione che sta creando elementi legislativi inquietanti sia sulla libertà d'impresa, sulla libertà di stampa che che sulla proprietà privata (non quella dei latifondi per intendersi). Questo con una militarizzazione evidente della società venezuelana con un modello di controllo sociale "cubano" (ben 26mila i cubani sono presenti nel paese nei Comitati di quartiere e di Circoscrizione) e una pressochè totale assenza dell'Europa e dell'Italia nei vari progetti di sviluppo del paese. Detto questo dobbiamo,a mio avviso, discutere principalmente sui fatti e sulle esigenze della comunità italiana e lombarda, evitando giudizi ideologici e semplicistici e su questi dare un parere. Può darsi che alla fine questo governo faccia bene ma per poterlo affermare, servono risposte positive ed urgenti che la comunità italiana non ha ancora avuto. Una comunità che vive nella paura,un dato di fatto anche questo indiscutibile. Una sindrome "libica" che si sta impadronendo dei nostri italiani preoccupati di perdere tutto da un giorno all'altro. Una situazione minimizzata dalle nostre rappresentanze diplomatiche nel paese con una prudenza che appare ai più, un'assenza ingiustificata nel rappresentare le esigenze della Comunità presso il Governo italiano. La comunità italiana rappresenta il 60% della piccola e media impresa venezuelana.  Un effetto certamente esasperato dallo scontro politico causato da tre anni di manifestazioni di piazza e dal referendum revocatorio indetto dall'opposizione per costringere alle dimissioni l'attuale Presidente della Repubblica Chavez. Fatto che, forse, non ha consentito gli approfondimenti democratici dovuti creando forme di autodifesa da parte del governo insediato che stanno ingessando la vita pubblica e sociale del paese. Ora però Chavez ha vinto il referendum e questo non può essere dimenticato. Egli può governare sino alla fine del suo mandato legittimamente. Per questo ora è arrivato il momento del dialogo e del confronto nelle sedi più appropriate che per quello che riguarda la nostra comunità non possono che essere istituzionali. Un approfondimento che non può più essere dilazionato da parte di tutti : istituzioni e componenti sociali. Le faccio presente nel concludere, la necessità di tutelare le imprese lombarde ed italiane presso il nostro Governo con un riconoscimento nel futuro Statuto della Regione della cosiddetta "mobilità lombarda nel mondo", elemento di recente novità radicatisi negli ultimi decenni che si aggiunge alla tradizionale emigrazione di fine secolo e degli anni '50. Una presenza importante che meriterebbe una specifica legislazione di sostegno, favorendo un rapporto sempre più stretto con l'imprenditoria lombarda.
Certo di un suo riscontro presso le sedi competenti, porgo i miei più cordiali saluti.

Daniele Marconcini
Presidente dell'AMM
Rappresentante del Consiglio Regionale Lombardo
nella Consulta dell'Emigrazione


Cedula, Caracas 12 febbraio 2005 - Gianluca Salvati
Documento ottenuto illegalmente, l'11 febbraio 2005, nei giorni della visita a Caracas del signor Daniele Marconcini, dopo più di un mese di clandestinità, tramite corruzione di Pubblico Ufficiale e in assenza di registrazione alla Camera del Lavoro. 
Per non parlare delle difficoltà affrontate in Italia per ottenere il riconoscimento del punteggio maturato e  dell'affannosa quanto inutile ricerca dei legittimi contributi maturati in quegli anni di lavoro al limite dello sfruttamento.

dedicato ad Anna Grazia Greco, dirigente MAE fuorilegge

martedì 13 marzo 2012

Propaganda di regime | "The Human Rights Show": Human Rights Watch e i diritti umani


Qualcuno nel mondo ha inventato le associazioni per i diritti umani, tipo questa di Human Rights Watch, non so esattamente cosa siano né come operino, ma verrebbe automatico rivolgersi a loro. Mi pare di aver capito che, rispetto alle questioni, si pongano in questo modo: “dato che noi siamo più civili (e di certo migliori) di voi, queste sono le giuste ricette per elevarvi dal vostro stato primordiale al nostro di onniscienza...”
Alla tv si parla spesso di loro, specie se di matrice yankee e non governativa
Immagino che costoro abbiano avuto un bel da fare in America latina, con tutti quei dittatori... Anche se non mi risulta alcun rapporto, per restare all'oggi, da parte di Human Rights Watch sulle violazioni perpetrate al G8 di Genova. Ciò significa che anche i diritti umani non sono uguali per tutti, ovvero il governo guidato da un piduista ha carta bianca...
Come alternativa alle associazioni per i diritti umani, c'è la possibilità di rivolgersi ai tribunali di giustizia. Già, i tribunali del Venezuela, il rapporto di Human Rights Watch di José Miguel Vivanco li descrive come asserviti alla politica. Sarà per questo che non ho mai sentito Chavéz scagliarsi contro i giudici e le loro sentenze?




Ero assetato di vendetta, decisi per la seconda opzione. Feci causa a quegli idioti infami dell'onorata associazione delinquenziale “A. Codazzi” di Caracas e, nel giro di un paio di anni ho avuto giustizia, quella stessa giustizia che, a detta degli eminenti funzionari della Farnesina, nota istituzione ex-prestigiosa del mio democratico paese, avrei dovuto attendere in un'altra vita...

Assegno estorto alla cricca Codazzi (sotto la mala gestione Anna Grazia Greco)

Tornando alla causa civile contro quei venduti del Codazzi, mi ha sconvolto la brevità dei tempi: appena due anni. In Italia, nella progredita Italia, quei tempi ce li sogniamo. Ma anche questo non è casuale. La colpa di ciò è da ascriversi unicamente alla cattiva politica troppo spesso parente stretta dell'illegalità diffusa e della delinquenza organizzata.
La verità e che qui si predilige l'impunità a scapito della legalità.
Per tutti questi motivi quel rapporto HRW mi è parso particolarmente falso e pretestuoso: una vera merdata.
Qualcuno potrebbe obiettare che la mia è un'esperienza unica. Errato. 
Negli anni 2006-2007, quei gaglioffi dell'associazione senza scopo di lucro con conto cifrato su banca svizzera (Credìt Suisse – sede di Lugano), hanno collezionato ben 4 cause da parte di insegnanti italiani, tutte puntualmente perse dal Codazzi. 
Cause che, con un po' di buona volontà avrebbero potuto essere molte di più, tanto per dare un'idea di come operi la "primadonna" Anna Grazia Greco, nella Pubblica Amministrazione...
Gianluca Salvati


Per chi voglia chiarirsi le idee sulle violazioni dei diritti umani in America latina e sulle effettive responsabilità, rimando alla raccolta di articoli di R. Kapuscinski, Cristo con il fucile in spalla (ed. Feltrinelli).

Enrico Cajati, olio su tela