Della
nota sigla P2 la P significa “Propaganda”. È il nome di una
loggia nata nel 1877 allo scopo di “tenere attivi e vincolati
all'Ordine e in corrispondenza diretta con il Grande Oriente gli
uomini che per la loro posizione sociale non avrebbero potuto
iscriversi nelle logge ordinarie e frequentarne i lavori” (U.
Bacci, Il Libro del Massone Italiano, Bologna,
1972). Il clima storico è quello in cui molti affiliati alla
Massoneria giocarono un ruolo importantissimo nell'assestamento dello
Stato unitario. Fra i membri di questa loggia si possono infatti
ricordare i nomi di G. Garibaldi, dei politici A. Saffi, G.
Zanardelli, A. Bertani, e F. Crispi, del filosofo del diritto G.
Bovio e del poeta G. Carducci. Che ci possano essere “posizioni
sociali” incompatibili con la partecipazione ai regolari lavori
delle logge è comprensibile, ma poiché la partecipazione a questi
lavori è dalla Massoneria dichiarata essenziale per la costruzione e
il percorso spirituale del singolo, sembra che si possa individuare
sin dalle origini della Loggia “Propaganda” un cedimento a
interessi di natura squisitamente profana. Tale valutazione è
suffragata dal fatto che un primo scandalo, quello della Banca Romana
del 1892-1893 in cui furono coinvolti alcuni dei suoi membri,
determinò la crisi di questa loggia “atipica”.
Dopo il
periodo fascista essa si ricostituì, assumendo il numero 2 per
sottolineare la sua antica tradizione: tra le logge ancora attive
poteva infatti vantare un'anzianità inferiore solo a quella della
loggia alessandrina “Santorre di Santarosa”.
La
Massoneria – Il vincolo fraterno che gioca con la storia; Giunti
Editore