Good - Piero Golia c'era... 2012 © - Gianluca Salvati
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giovedì 16 agosto 2012

Consorterie: la cricca del Codazzi e il Ministero degli Affari Esteri | Piero Armenti - Servi di regime: Paolo Scartozzoni e la commissione Mae | Fax-art

Esame superato

Caracas - E’ quasi fatta. La scuola Codazzi, unica scuola italiana in Venezuela, sicuramente otterrá il riconoscimento della ” paritá scolastica” dopo la visita di una commissione interministeriale composta da Ornella Scarpellini, Donatella Angioni, e di cui era capodelegazione Paolo Scartozzoni, funzionario del Ministero degli Affari Esteri. Un riconoscimento, quello della “paritá”, reso necessario dalla introduzione delle riforma Moratti (ultimo governo Berlusconi) con la quale si è cercato di fare chiarezza nella intricata giungla delle scuole private . La Codazzi fino ad ora aveva ottenuto la paritá “con riserva”, da sciogliersi dopo una verifica ministeriale che, purtroppo, è stata fatta con grande ritardo. Alla fine peró la verifica è arrivata. E la nostra scuola ha aperto le porte alla delegazione. Paolo Scartozzoni, funzionario del Ministero degli Affari Esteri, nonostante i vaticini delle cassandre che non si stancano di lanciare tam tam allarmanti sulla salute e sul futuro della Scuola Codazzi, ha commentato: “In Venezuela la Codazzi ci ha lasciati soddisfatti, dal punto di vista didattico e anche dal punto di vista amministrativo. Certo ci sono da fare piccole correzioni, abbiamo dato alcuni consigli, ma il giudizio è positivo. Queste stesse verifiche le stiamo facendo anche in altre parti del mondo: Brasile, Colombia, Perú.”. Esame passato, quindi! Arriveranno anche i consueti finanziamenti statali, utilizzati da sempre per mantenere alta la qualitá didattica di un Istituto che gode di grande prestigio a Caracas . Ancora aperta, invece, la querelle sull’equivalenza del titolo di studio. Cerchiamo di sintetizzare: chi si diploma alla Codazzi, nella sezione didattica italiana, non puó accedere alle universitá venezuelane, a meno che l’ultimo anno di studi non sostenga oltre all’esame finale italiano, anche quello integrativo venezuelano. Un doppio lavoro, un impiccio che scoraggia molti a iscriversi.


Ma non è un problema insolvibile. Lo hanno già risolto varie altre scuole italiane in America Latina, recentemente anche quella di Montevideo. Non resta che augurarsi che anche in Venezuela le nostre autorità diplomatiche riescano a chiudere le trattative (giá aperte da tempo) con le autoritá venezuelane, portando a casa la tanto attesa equivalenza del titolo (niente doppio esame, quindi). Sará un vero e proprio toccasana, la soluzione di un problema che si trascina da tempo, risolto in passato con il passaggio di almeno un anno in un’università italiana, passaggio che oggi per la gran maggioranza degli studenti appare un’utopia. In altri casi l’ostacolo è stato aggirato con i titoli “comprati”. Una strada che appariva una facile alternativa viste la difficoltà che richiede studiare parallelamente per ottenere il diploma italiano e quello venezuelano. Eppure la maggioranza di questi studenti aveva un’ottima preparazione e lo dimostravano i buoni risultati ottenuti negli esami di ammissione alle università. Ma ovviamente titoli acquisiti irregolarmente non sono una soluzione e per alcuni giovani sono diventati un boomerang che ha bloccato i loro studi all’interno delle università locali. L’equivalenza diventa un diritto, una necessità di non poco conto ed è necessario che le autorità scolastiche e diplomatiche facciano tutti i passi necessari per ottenere l’ok dei due governi, quello italiano e quello venezuelano. C’è chi si chiede cosa vorranno in cambio le autoritá venezuelane nell’ inevitabile do ut des della politica. Per il momento su questo punto c’è stretto riserbo, girano alcune voci ( come quello di una scambio in tecnologia, visto che controlli sul merito della didattica italiana da parte venezuelana non sarebbero ben graditi), ma appunto sono voci, e naturaliter dubbie. Comunque a giudizio della commissione ministeriale, che pur non si è occupata in prima persona di questo, le trattative sono a buon punto, manca poco. Ce lo auguriamo tutti.


Un ultimo appunto. La Codazzi sará ( è) una scuola paritaria, quindi una scuola privata “pareggiata” ad una pubblica italiana, con la stessa funzione pubblica, per sintetizzare. E’ il caso di chiedersi se non sia opportuno attivare un sistema di finanziamenti, tramite borse di studio, che permettano a una quota di studenti italiani, che non possono pagarsi la retta, di avere ugualmente accesso alle sue aule.
Pubblicato il 30 marzo 2005 da Piero Armenti


Human, collage su carta - Gianluca Salvati dic. 2004

martedì 13 marzo 2012

Enrico De Simone, giornalista de l'Occidentale e il caso del finto attivista per i diritti umani

Cercando sul web gli articoli di un giornalista italiano conosciuto a Caracas, Enrico De Simone, mi sono imbattuto in questo:
19 Settembre 2008
Nella serata di giovedì 18 settembre, il governo venezuelano ha decretato l’espulsione dal paese di José Miguel Vivanco, l’avvocato cileno direttore della sezione America latina di Human Rights Watch.
La sua colpa: avere tenuto, nel pomeriggio di quello stesso giorno, una conferenza stampa in cui denunciava come, dal fallito golpe del 2002 ad oggi, la situazione dei diritti umani in Venezuela sia andata deteriorandosi.
Poche ore dopo – come ha raccontato lo stesso ministro degli Esteri venezuelano, Nicolas Maduro – Vivanco e il collaboratore che lo accompagnava venivano accompagnati all’aeroporto, messi su un aereo e espulsi dal paese, con la proibizione di tornarci in futuro. Vivanco – recita un comunicato governativo firmato da Maduro e dal suo collega degli Interni, Tarek El Aissami – “ha violentato la Costituzione e le leggi della Repubblica Bolivariana del Venezuela, aggredendo le istituzioni della democrazia venezuelana e immischiandosi illegalmente negli interessi del paese”. Maduro ha poi dichiarato che il direttore di HRW (Human Rights Watch) ha contravvenuto alle norme che regolano il transito attraverso il Venezuela di cittadini stranieri in condizione di turista, presentando “in maniera abusiva e volgare” una conferenza stampa “dove ha vilipeso le istituzioni della democrazia venezuelana, dove ha ferito la dignità delle nostre istituzioni, del nostro popolo, della nostra democrazia”. L'“aggressione” di HRW “risponde – continua la nota – a interessi vincolati e finanziati dal governo degli Stati Uniti d’America, che dietro la maschera di difensori dei diritti umani dispiegano una strategia di aggressione inaccettabile per il nostro popolo”. Per rendere ancor più chiaro quest’ultimo concetto, Maduro ha dichiarato: “Sono sicuro che dietro questa imboscata mediatica ci sono quelli di sempre, i padroni dei mezzi di comunicazione legati agli interessi dell’impero e quei gruppetti che, proclamandosi difensori dei diritti umani, ricevono soldi da Washington”.
Enrico De Simone, L'Occidentale

L'articolo è molto più lungo e argomentativo, ma la vicenda in sé ha molti spunti di riflessione.
Dal mio modesto osservatorio, di chi ha vissuto per quasi 2 anni a Caracas e si è trovato spesso a lottare per i propri diritti, l'occasione non poteva essere più ghiotta. Ho letto il rapporto di José Miguel Vivanco, direttore della sezione per l'America latina di HRW, sgradito al regime di Hugo Chavéz. 
Trovo, in questa denuncia, un'accozzaglia di luoghi comuni e falsità in linea col metodo fascista adoperato dal Vivanco per declamare le sue “verità”: ovvero atterrare in un Paese sovrano e andare a pontificare sui suoi metodi di governo.
Per non parlare dell'effetto focalizzazione magicamente creato da una (finta) pluralità di mezzi di comunicazione (il cosiddetto soft power), radio, tv e giornali. 
La solita disinfomazione pro-multinazionali.

José Miguel Vivanco: Human Rights Watch - Enrico De Simone: l'Occidentale